Tappa irrinunciabile per chiunque voglia scoprire questo angolo di Marche, la Rocca di Senigallia è un luogo magico e unico, ricco di segreti. Un concentrato di bellezza e arte, racchiusi in una struttura che racchiude secoli. Nel corso del tempo infatti le strutture difensive, con stili e fini differenti, si sono susseguite, creando una sorta di “libro monumentale”, legato a Senigallia e ai suoi mutamenti.
La storia della Rocca: il libro di Senigallia
Presente dalla fondazione della cittadina in epoca romana, la struttura della Rocca si è arricchita in seguito con bastioni e torrioni. Nel Trecento, Egidio Albornoz ordinò la costruzione della Rocchetta accanto alla quale sorse la Rocca di Sigismondo Pandolfo Malatesta nel 1450.
La struttura che vediamo oggi è legata alla memoria di Giovanni della Rovere, il signore di Senigallia, e Federico III da Montefeltro, suo genero e duca d’Urbino. Fu infatti proprio Federico a mettere a disposizione della città i migliori architetti e artisti di quell’epoca: Bacco Pontelli e Luciano Laurana.
I lavori iniziarono nel 1478 per adattare la struttura della rocca alle esigenze difensive. Diverso tempo dopo, nel 1503, la Rocca sarebbe stata espugnata dall’esercito di Cesare Borgia che compì a Senigallia la strage raccontata da Machiavelli. Nel 1533 l’edificio divenne la sede della scuola di artiglieria di Guidubaldo della Rovere, ma quando la città tornò nuovamente sotto il dominio pontificio vennero creati un orfanotrofio e un carcere. Fortezza inespugnabile e dimora dei signori più ricchi, la Rocca Roveresca nel corso dei secoli ha conservato tutto il suo fascino. Oggi ospita mostre d’arte e prestigiose manifestazioni culturali.
I misteri della Rocca di Senigallia
Fra gli elementi distintivi della Rocca di Senigallia troviamo le scale elicoidali, formate da blocchi monolitici che portano ai sotterranei. Considerate un’opera d’arte perfetta, non sono l’unica particolarità dell’edificio. In una pietra infatti troviamo incisi cinque cerchi, un simbolo che farebbe riferimento al legame della struttura con gli antichi Templari.
Ma non finisce qui: nel cortile si trova una cella in sui sarebbe stato murato vivo un prigioniero. Mentre sulle pareti della struttura si possono intravedere delle iscrizioni misteriose che riportano le scritte “Io Pre” e “Io Dux” che sarebbero un riferimento a Giovanni, signore di Senigallia, ma che indicherebbero anche il castello come unico proprietario di sé stesso.
Cosa fare a Senigallia dopo aver visitato la Rocca
Senigallia è una cittadina meravigliosa, tutta da scoprire. Dopo una visita alla Rocca – legata anche al celebre Summer Jamboree – si possono esplorare tantissimi altri luoghi nascosti. Come la Spiaggia di Velluto o la Rotonda, fra i simboli di Senigallia. Da non perdere anche i piatti tipici (o rivisitati) della tradizione. Questa località infatti può contare su pesce freschissimo, preparato in moltissimi modi gustosi.
Il Bruna Bistrò, che si trova proprio sul lungomare è fra i ristoranti più apprezzati. Qui si possono assaporare crudité straordinarie, ma anche piatti che hanno segnato la cucina senigalliese come tagliatelline al sugo bianco mare. Una ricetta creata nel 1960 da Bruna Schiaroli, celebre cuoca del posto, e tramandata a suo nipote Michael Baccani, oggi chef del Bruna Bistrò.
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